MUSICOTERAPIA E PREMATURITA’ L’IMPORTANZA DELL’INTERVENTO PRECOCE

MUSICOTERAPIA E PREMATURITA’ L’IMPORTANZA DELL’INTERVENTO PRECOCE

Vi sono numerosi studi che confermano l’efficacia dell’uso della musica per arricchire e migliorare lo sviluppo cerebrale dei neonati pretermine.
I miglioramenti che si sono potuti osservare vanno dallo stabilizzare la frequenza cardiaca e respiratoria, alla riduzione del numero di eventi di apnea e bradicardia al giorno, al miglioramento della qualità del sonno e riposo, al miglioramento dell’alimentazione e dunque del peso del neonato.

Questo avviene specialmente quando la musica, o meglio il “suono”, è usato in un contesto di “prendersi cura “ del bambino e del cerchio famigliare (nei primissimi momenti di vita e indirizzato soprattutto alla mamma).
La musicoterapia è un’esperienza cognitivo-sensoriale ad ampio spettro, che chiama in causa funzioni uditive, cognitive, motorie ed emozionali, stimolando la regione corticale e subcorticale del cervello.
Migliora l’attaccamento genitore/bimbo, mirando ad un potenziamento della fiducia in se stesso e nell’altro, ad una maggiore autonomia (sia del genitore che del bambino). Attraverso la risonanza è possibile rievocare frequenze e stati profondi tipici del grembo materno; questa empatia e questo movimento vibra e convibra generando sia rilassamento che stimolazione al movimento armonico, a seconda del momento e di come viene utilizzata.

Nel grembo materno il bambino è in continua relazione sonora con la mamma (battito cardiaco, respirazione, movimenti degli organi interni, la voce) e con il mondo esterno (vibrazione percepita attraverso il liquido amniotico). Ecco perché , soprattutto nel caso di una nascita pretermine, è importante agire precocemente per dare modo al bambino di attivare le sue potenzialità (Castagnini “Matrice fondamentale dello sviluppo”) a partire da un contesto particolarmente ricco di suoni, di vibrazioni, di contatto, di esperienze significative.

Il contatto fisico (pelle a pelle), della voce (risonanza potente) e dell’emozione che si genera attraverso l’ascolto empatico, generano un vero e proprio “Dialogo Sonoro” che coinvolge il bambino dal punto di vista fisico, percettivo ed emotivo. Esso, durante l’attività di musicoterapia, è costantemente stimolato al movimento, all’espressione delle sue capacità, alla vita. Questo movimento (suoni, ritmi e movimenti che il bimbo ha vissuto all’interno del ventre materno) porta alla crescita armonica (attraverso la risonanza corporea, uditiva ed emotiva) e ad uno sviluppo armonico del movimento del corpo, della voce .

Quando si lavora in musicoterapia, si è consapevoli che il Suono è relazione (Pozzoli “il ritmo è l’effetto sensibile all’orecchio delle vibrazioni dei corpi”). Questa relazione coinvolge tutto il nostro essere attraverso le onde sonore: sul piano fisico, psichico ed emotivo. Il suono è ricco di variazioni ritmiche, timbriche ed espressive; esso è all’interno della voce e si sviluppa gradualmente nella parola attraverso il movimento e la volontà di esprimere e manifestare se stessi e a dialogare con il mondo.

Lavoro con bambini con difficoltà diverse da oltre venticinque anni (handicap grave e gravissimo, sindrome di Down, disturbo dello spettro autistico, difficoltà del comportamento, ritardo psicomotorio e con bambini nati pretermine), ed ho potuto constatare l’enorme efficacia dell’utilizzo della musicoterapia umanistica, adottando dunque la tecnica dell’improvvisazione su strumenti musicali naturali. L’improvvisazione sonora permette di entrare in contatto con il bambino (e con la situazione che si presenta, anche dunque con la mamma o la famiglia) attraverso il continuo ascolto dell’altro, del suo tempo/ritmo del respiro, della qualità dei movimenti del corpo e della voce. L’ascolto profondo porta naturalmente a variare le sonorità e i ritmi con ciò che accade momento per momento.

La risonanza corporea che il bambino vive ad esempio sopra la cassa armonica di un pianoforte a coda è un’esperienza che lo tocca nella sua interezza. Il corpo (come anche il contatto con la pelle, skin to skin) è la condizione necessaria dell’esperienza: il corpo costituisce l’apertura percettiva al mondo. La corporeità e la percezione rivestono un ruolo attivo e costitutivo, ed ha pertanto una dimensione espressiva intrinseca, fondamentale per la costituzione dell’Io (Merleau-Ponty). La musica Tocca attraverso la risonanza (fisica, psichica ed emotiva) e, mentre riceve, il bambino a sua volta manifesta se stesso attraverso il movimento e la voce.

In genere i bambini nati pretermine che, dal momento della dimissione dall’ospedale (intervento precoce), iniziano un percorsi ed interventi precoci e regolari nel tempo (assieme alla mamma e talvolta anche con tutta la famiglia), raggiungono le competenze fisiche psichiche e relazionali di tutti i bambini nati a termine. Tuttavia, anche in casi di grave prematurità in presenza di deficit di vario tipo, l’attività di musicoterapia aiuta a migliorare delle potenzialità del bambino. Il bambino è stimolato fin da subito in un contesto accogliente e ricco di proposte, contesto dal quale egli è libero di mettere in atto il suo “essere nel mondo”, le sue risorse e le sue forze per crescere.

Il primo anno di vita del bambino è determinante per tutto il suo futuro sviluppo (M.Castagnini). Via via che cresce il bambino acquisisce un controllo posturale frutto dell’intersecarsi del sistema cognitivo, emozionale e motorio; il controllo postulare coinvolge: sistema motorio, cognitivo, muscolo-scheletrico, percettivo, mnemonico (da Postural Control System Theory, Palisano 2004).
L’autonomia è frutto di esperienze personali positive che il bambino fa se viene aiutato e stimolato ad assumere e compiere movimenti a lui naturali (M.Castagnini).

Nel contesto musicoterapico particolare attenzione è dedicata dunque, non solo al momento dell’ospedalizzazione (con gli obiettivi di cui sopra), ma anche e soprattutto dopo la dimissione dall’ospedale, quando è importantissimo dedicare del tempo per facilitare e stimolare la crescita e lo sviluppo delle varie funzioni e dell’acquisizione dell’autonomia (muoversi, usare le mani, alzarsi, gattonare, parlare, camminare ecc.).

Anna Tusti Musicoterapia

Savona